domenica 11 dicembre 2016

Terreni di Oddný Eir Ævarsdóttir

Vi consiglio un libro:

TERRENI di Oddný Eir Ævarsdóttir

Oddný Eir Ævarsdóttir è una scrittrice islandese nata nel 1972. Si è laureata all’università Sorbona di Parigi e oltre ad essere scrittrice, gestisce assieme al fratello Uggi Ævarsson la casa editrice Apaflasa e uno spazio d’arte contemporanea tra New York e Reykjavik. Ha inoltre collaborato con l’artista Bjork (a sua volta islandese) in Vulnicura e in un particolare progetto della cantante per la salvaguardia naturale chiamato Biophilia. L’opera in questione dal titolo originale Jarðnæði è il suo terzo scritto autobiografico e oltre ad aver vinto nel 2012 l’Icelandic Women’s Literature Prize, ha ricevuto anche l’importante nomina all’Icelandic Literary Award 2011.
Terreni è sbarcato in Italia nel 2016 pubblicato da Safarà Editore con la traduzione di Silvia Cosimini.

È strano essere di nuovo a casa. È un sollievo, però allo stesso tempo provo ancora un po’ di nostalgia. Devo cercare di sistemarmi e trovare casa, ma alle mie condizioni. Probabilmente da sola. Forse potrei tenere un cane. Peccato che sia così difficile viaggiare oltreoceano con i cani. Li mettono in stiva? L’amore è cieco, e non è il solo ad esserlo. Mi sento come se mi avessero coperto gli occhi con una benda. Libererò di questa benda, ci scriverò sopra, al chiarore dell’alba. Il sole rinasce.”

L’opera autobiografica in questione conta duecentoquaranta pagine ed è scritta sotto forma di diario. Narra di una donna che per diversi anni ha vagato per l’Europa e ad un certo punto decide di tornare nella sua terra natale, l’Islanda, per trovare delle risposte a quesiti divenuti ormai parte di lei in un tempo di crisi.
La storia è scritta su due livelli, a mio avviso molto importanti. Il primo livello riguarda la quotidianità della protagonista, la sua vita accanto al fratello Ugli e il suo compagno Fugli. Racconta della sua volontà di sistemarsi, di costruire una casa dove mettere famiglia assieme alle due persone in assoluto a cui è più legata. Mentre l’altro livello riguarda la sua conoscenza storico-letteraria, infatti per tutto il testo vengono citati romanzi, saghe e poesie di autori appartenenti alla cultura islandese.
Mi ha colpito particolarmente un quesito che l’autrice si pone che a mio parere è pieno di significato ovvero: è possibile convivere e provare intimità e affetto mantenendosi comunque relativamente distanti e autosufficienti? La donna si interroga più volte riguardo a questa domanda in quanto lei, studiosa, ha bisogno di calma per scrivere e lavorare, cosa che ammette di non riuscire a fare quando qualcuno in casa è teso per qualunque motivo. D’altro canto è spaventata di una convivenza a tutti gli effetti, dei propri spazi che si riducono, che col il tempo diventano inevitabilmente anche dell’altro. 
 
La prefazione del libro scritta da Massimiliano Bampi è senz’altro degna di nota. L'Islanda è un’isola con poco più di trecento mila abitanti ma con artisti in quantità e soprattutto di qualità. Soltanto nel panorama letterario basti pensare a Halldór Laxness, Jón Kalman Stefánsson, Gunnar Gunnarsson o proprio la scrittrice stessa di quest’opera, Oddný Eir Ævarsdóttir, senz’altro uno dei nomi più importanti della letteratura contemporanea dell’isola.

Detto questo, mi sento di ritornare sulle mie parole. Terreni è molto di più di un romanzo autobiografico. È la ricerca di se stessi, la dura ricerca di un luogo dove vivere la propria vita felici, di un terreno fertile da coltivare.
Vi lascio augurandovi buona lettura con alcuni versi di una poesia di Kristján Jónsson Fjallaskáld citata nelle ultime pagine dell’opera:

Sull’artico deserto d’arena,
Solo di notte io vago,
Ormai svanita è la regione del Nord,
Ormai non ho più casa.

Parola di lettore.


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