martedì 27 dicembre 2016

Ballando al buio di Karl Ove Knausgård

Vi consiglio un libro:

BALLANDO AL BUIO di Karl Ove Knausgård

Karl Ove Knausgård è uno scrittore norvegese nato a Oslo nel 1968. Al momento vive a Malmö (Svezia) insieme alla moglie svedese Linda Boström Knausgård e ai loro quattro figli.
Con il suo romanzo di debutto Ute av Verden ha vinto il Norwegian Critics Prize for Literature, anche se è grazie alla sua serie di libri autobiografici che è sbarcato all’estero diventando un fenomeno culturale di rilevanza mondiale.
My struggle, in italiano “La mia lotta”, è un’esalogia dove lo scrittore si mette a nudo in tutto e per tutto.  
In Italia è pubblicata dal 2014 da Feltrinelli Editore e tradotta da Margherità Podestà Heir.
È ancora in fase di pubblicazione, al momento in libreria troviamo i primi quattro titoli: La morte del padre (2014), Un uomo innamorato (2015), L’isola dell’infanzia (2015) e Ballando al buio (2016). Il quinto volume si chiamerà La pioggia deve cadere e probabilmente verrà pubblicato nella prima metà del 2017.

Salii la scala in due balzi, mi feci strada all’intero del locale e lì, come se si fosse trattata di un’apparizione, si stagliò davanti a me una ragazza.
Mi fermai.
Tutto dentro di me si fermò. Era bella, ma lo erano in tante, non era quello, erano gli occhi con cui mi guardava, erano scuri e colmi di una vita di cui volevo far parte. Non l’avevo mai vista prima.”

Karl Ove ha diciotto anni e ha appena terminato la scuola superiore. Dopo il divorzio dei genitori, decide di trasferirsi in un paesino nel nord della Norvegia poco distante da Finnsnes, dove lavora come insegnante nella scuola del paese.
Al suo arrivo in quello che sarà il suo appartamento per l’anno a venire, scopre una comunità unita e piena di relazioni, con tutti i relativi difetti dovuti alla vera e propria mancanza di vita privata.
L’inverno arriva e con questo le interminabili giornate con pochissime ore di luce. Karl Ove incomincia a sentirsi solo. Partecipa continuamente a feste dove quasi sempre finisce per ubriacarsi. Se già in quel momento non si sente propriamente soddisfatto della sua vita, è la sua attrazione per una ragazza molto più giovane di lui a mandarlo completamente in crisi.
Però mentre tutto intorno a lui prosegue inesorabilmente, alcune lettere lo riportano ai mesi prima che partisse, ai suoi amici, a suo padre, trasferitosi in un paesino ancora più a Nord di lui, a sua madre e a suo fratello Yngve.

La bellezza di questa serie è disarmante.
Leggere Ballando al buio dopo tanto tempo dall’ultimo volume L’isola dell’infanzia è come incontrare dopo tanti anni un vecchio amico.
Karl Ove è sincero, non ha peli sulla lingua, e questo rende tutto più più tagliente e crudo. Il suo stile di scrittura è particolare, fa moltissime divagazioni e non si vergogna di raccontare i suoi problemi, la sua vita e i suoi pensieri.
Ricorda quasi con nostalgia i mesi prima della partenza, quando recensiva dischi per un giornale locale e quanto l’opportunità di vivere da solo contasse tanto per lui, costretto a subire le regole di prigionia del padre.

In Ballando al buio si intravede anche il principio dell’alcolismo del padre. Dopo il divorzio non mancano le chiamate con la voce impastata, le numerose birre scolate davanti al frigo giusto per ubriacarsi e i continui tentativi di rimediare agli sbagli compiuti nei confronti dei due figli.
Questo volume a mio parere è superiore al precedente, tuttavia non ai livelli del secondo o del primo.

Parola di lettore.


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