domenica 9 ottobre 2016

Harry Potter e la maledizone dell'erede di J. K. Rowling e Jack Thorne.

Vi parlo di un libro: 

HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL’EREDE di J. K. Rowling.

J. K. Rowling è una scrittrice inglese nata il 31 luglio 1965 a Yate. Conosciuta principalmente per aver creato il magico mondo di Harry Potter, è una delle scrittrici più influenti dell’ultimo decennio. Oltre ad i sette libri della saga del mago, è anche autrice de Il seggio vacante e della trilogia di gialli (Il richiamo del cuculo, il baco da seta, la via del male) scritta con lo pseudonimo Robert Galbraith. La saga di Harry Potter è pubblicata in Italia dal 1998 da Salani Editore, e oltre i sette libri – La pietra filosofale, La camera dei segreti, Il prigioniero di Azkaban, Il calice di fuoco, L’ordine della fenice, Il principe mezzosangue, I doni della morte – sono stati pubblicati anche i tre volumi della biblioteca di Hogwarts: il quidditch attraverso i secoli, Gli animali fantastici: dove trovarli e Le fiabe di Beda il Bardo. Nel 2016 viene annunciato lo spettacolo teatrale di Harry Potter and the Cursed Child, di cui recentemente è stato pubblicato il copione in forma cartacea. Questo non è direttamente opera della scrittrice bensì un adattamento teatrale ricavato seguendo le linee guida di una sua bozza. Harry Potter e la maledizione dell’erede è un libro successivo alla saga, tratta di una vicenda avvenuta diciannove anni dopo I doni della morte, e vede protagonisti Albus Potter e Scorpius Malfoy.
“Quando gli altri saranno risparmiati, quando il tempo sarà girato, quando figli non visti uccideranno i padri: allora tornerà il Signore Oscuro.”

Albus Potter e Scorpius Malfoy si incontrano sul treno diretto ad Hogwarts e stringono una profonda amicizia. Nonostante i loro genitori non siano mai stati amici, il fatto di essere legati a nomi conosciuti e importanti, crea una sorta di empatia tra i due. Albus ad Hogwarts non si trova affatto bene. Non ha molti amici, è impopolare, e come se tutto questo non bastasse è anche negato con la magia. Come l'amico, Scorpius, ha anche lui un carico notevole sulle spalle. Infatti dalla sua nascita si dice che sia in realtà il figlio di Voldemort, e questo fa si che tutti maghi lo evitino. Un anno dopo, durante una nottata insonne passata a rigirarsi nel letto di camera sua, Albus sente Harry parlare animatamente con Amos Diggory, il padre di Cedric. Si è venuto a sapere che il Ministero della magia dispone di una Giratempo, e Amos pretende che Harry torni indietro a salvare il figlio. Albus capisce che il padre ha le mani legate, e assieme a Scorpius, decide di andare a trovare il signor Diggory. Nella casa di riposo in cui vive, incontrano Delphi, una ragazza che fa da assistente all’uomo, dalla quale Albus si sente subito attratto. I tre, dopo aver convinto Amos di essere in grado di salvare Cedric, riescono ad entrare al Ministero della Magia e a rubare la Giratempo. Mentre i ragazzi compiono vari viaggi temporali in cui rischiano la pelle e combinano un guaio dopo l’altro nel tentativo di salvare Cedric, i loro genitori, con l’aiuto di Ron, Hermione e della loro ex professoressa McGonagall (ormai divenuta preside), cercano di capire dove sono scappati. Nel contempo si viene a sapere che il mondo dei maghi è in pericolo, ed è una profezia ad annunciare l’imminente ritorno di Voldemort. Così ancora una volta, Harry Potter e i suoi amici dovranno combattere la magia oscura in una serie di viaggi temporali che lo riporteranno alla notte in cui Voldemort ha assassinato i suoi genitori.

Prenotato online quasi un mese prima dell’uscita in libreria attirato dal riscontro mediatico che stava suscitando, Harry Potter e la maledizione dell’erede aveva attirato la mia attenzione più di quanto pensassi. Appena ho avuto la possibilità di leggerlo, non sono riuscito a staccarmene facilmente. È un libro molto scorrevole, si legge in pochissimo tempo, e nonostante mi abbia preso dal primo atto, è terribilmente pieno di difetti. La trama, tanto per cominciare, non è assolutamente al livello dei libri precedenti, e riguardo a questo, trovo che la Rowling abbia fatto un errore ponendo questo libro a seguito degli altri. Ci sono imperfezioni, forse troppe. La più evidente, almeno per quanto mi riguarda, è la fallimentare caratterizzazione di alcuni personaggi, tra i quali Ron e Silente. Il primo l’avevamo visto crescere e col tempo diventare più maturo e adulto, eppure in questo capitolo viene descritto come tonto. Silente, che qui appare in pochissime scene, sembra una cattiva imitazione del personaggio al quale la scrittrice ci aveva abituati. Dialoghi scialbi, di poche parole e privi di significato. Ci vengono presentati personaggi che avrebbero potuto avere un ruolo più rilevante ma che invece dopo le prime pagine non compaiono più. Parlo di James e Hugo, i fratelli di Albus Severus, che sono stati completamente inutili se non per riempire i primi dialoghi. È un peccato, perché se fosse stato sviluppato con più di cura, questo libro avrebbe potuto essere un degno successore della saga. Sembra quasi che Harry Potter e la maledizione dell'erede sia stato fatto in fretta e furia senza troppe pretese per accontentare il prima possibile i lettori più fedeli. Mi viene da pensare che forse se avessimo aspettato qualche altro mese, ora avremmo potuto stringere tra le mani un prodotto migliore, con una storia ben costruita, e con meno parti prevedibili (Si capisce la vera identità di Delphi già a metà libro). Nonostante tutto, trovo che questo sia un libro più che godibile se lo si prende per quello che è. Fa sempre piacere tornare, seppur per poche pagine, nel mondo dei maghi, e fa ancora più piacere rivedere il professor Piton. Il rapporto tra Draco e gli altri, con il timore di perdere i propri figli, sembra aprire una breccia sul gruppo, avvicinandoli, seppur di poco, come mai era successo prima. Sarà forse la nascita di un’amicizia? Per ora non c’è modo di saperlo, e probabilmente non lo sapremo mai. Ho apprezzato i viaggi temporali dei ragazzi e le scene di magia, che non vedo l'ora di veder rappresentate nello spettacolo teatrale. Trovo prive di senso le critiche dovute al fatto che non ci siano i pensieri dei personaggi o le descrizioni del luoghi. È un copione, e come tale, deve essere solamente una linea guida allo spettacolo. Se abbiamo letto gli altri libri, non è difficile mettere un po’ della nostra immaginazione; dopotutto stiamo parlando di Harry Potter, cosa sarebbe altrimenti senza la nostra fantasia?
A prescindere che sia riuscito o meno, secondo me l'intento di questo libro era divertire, facendoci incontrare nuovamente i personaggi che avevamo visto crescere nella saga. Non è un capolavoro e non mi sento di consigliarlo, ma è comunque una lettura per staccare da qualcosa di pesante. Se vi va, leggetelo, anche solo per farvi una vostra opinione davanti a tutti i pareri discordanti che stanno dilagando in rete da diversi mesi.

Parola di lettore. 

PS. dove diavolo è finito il nostro amato Rubeus Hagrid? 

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