STORIE
DEL BARRIO di Bartolomè Seguì e Gabi Beltran
“Storie
del Barrio” è una graphic novel uscita nel 2011 col
titolo originale Historias
del barrio,
frutto della collaborazione tra Bartolomé
Seguí
e Gabi
Beltrán,
protagonista di quest’opera autobiografica.
Entrambi
hanno alle spalle anni di lavoro e un forte legame con il luogo dove
è ambientata la storia, ossia la città di Palma di Maiorca.
L’illustratore di quest’opera, Bartolomé
Seguí,
nacque a Palma di Maiorca nel 1962, e come per Gabi
Beltrán,
questa
città ha segnato anche la sua vita.
“Storie
del barrio” ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti, prima in
Spagna poi nel resto dell’Europa. Il più significativo è
senz’altro il premio “Palma di Maiorca 2011” come miglior
fumetto dell’anno.
In
Italia questa storia è pubblicata da Tunuè e tradotta da Diego
Fiocco. Fa parte della collana Prospero’s Books e conta
trecentoquattro pagine a colori.
“Mio
padre ha trovato nell’alcool quello che non ha incontrato nella
vita. In realtà, mio padre non era mio padre, e quella, d’altronde,
non era vita. Usciva di casa alle sei di mattina, per tornare alle
undici passate. E raramente tornava sobrio.
Mio
padre faceva il pittore. Lavorava sopra i ponteggi. A volte, se aveva
fortuna, pitturava gli interni.
Mio
padre soffriva di vertigini.”
Ricevuto
inaspettatamente un paio di settimane fa dalla casa editrice in
questione, “Storie del Barrio” è stato per me un regalo di natale
anticipato.
All’inizio
non avevo idea di come approcciarmi ad una storia così delicata e
personale, e questo è il meglio che sono riuscito a fare.
Come
detto poco fa, quest’opera è l’autobiografia
di
Gabi
Beltrán.
Narra
degli anni della
sua adolescenza
trascorsa
nella parte più brutta e pericolosa di Palma de Maiorca, dove fin da
piccoli si impara a rapinare negozi, rubare macchine e pagare i
propri errori con la propria
pelle.
Qui
il protagonista fa amicizia con molti ragazzi più grande di lui,
anche se in quelle condizioni non bisogna giudicare in base all’età;
tutti nel “quartiere” erano obbligati a cresce in fretta,
altrimenti l’alternativa era orribile. Gabi impara a rubare, a fare
il palo e a non mostrare paura quando ci si scontra con la banda
rivale. Però, mentre tutto attorno a lui continua ad andare avanti inesorabilmente, capisce che non si sente parte di quel
mondo che rema contro di lui e ai suoi sogni.
L’autore
finisce con raccontarci di come le sue paure continuino a tormentarlo
ancora oggi dopo tanti anni, di come la sua vita è stata a cavallo
tra il male e il bene e lui è riuscito a lasciarsi
tutto alle spalle.
Una
delle caratteristiche salienti del romanzo è senz’altro la
sensazione di bilico tra bene e male. Il protagonista, neanche
maggiorenne, è fondamentalmente un bravo ragazzo che a contrario di
altri suoi amici non vuole fare del male a nessuno Nonostante questo, però, viene trascinato in certe situazioni in cui non può fare a meno di imitare gli altri.
Detesta quella che è la sua vita lì, infatti crede che sia proprio la compagnia e quello che
ormai per loro è diventato normalità ad essere sbagliato. È
giovane, senza neanche un soldo e non sa dove andare. È proprio la
sua nuova amica che conosce da pochissimo tempo a convincerlo a rimettersi in
carreggiata e scegliere quella che sarà poi la sua vita, lasciandosi
alle spalle una famiglia disastrata che lo ha sempre rinnegato e una
vita triste, all'insegna dei crimini e della droga. Perché lui, a
differenza di molti altri suoi amici è sopravvissuto a quel luogo e
di questo ne sarà sempre infinitamente grato a se stesso.
È
una graphic novel cruda e spietata, sia nelle parole che nei disegni.
Il vero e proprio
fumetto si alterna con parti scritte, dove
le descrizioni sono ermetiche, incise e crude. I
due autori hanno fatto un ottimo lavoro, e Gabi ha avuto davvero un gran coraggio
per mettersi a nudo e a denunciare
quello che erano alcuni quartieri di Palma di Maiorca negli anni
ottanta.
Parola di lettore.
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