I
HAVE NO DREAM – Paul Beatty a Milano
Domenica
20/11 ho partecipato alla presentazione de “Lo schiavista” dello
scrittore americano Paul Beatty edito da Fazi.
Ecco
un breve time-lapse della mia giornata:
Reduce
da una mattinata di viaggio su un vecchio treno
dai sedili sgualciti che sussultava in continuazione,
arrivare a Milano per me è stato un enorme sollievo.
La Triennale quel giorno – come per tutta la durata dell'iniziativa
Milano Book City 2016 – era piena di gente. Dopo un pasto “alla
milanese” fatto a cavallo delle 14:00, sono andato nella Saletta
Lab, dove già una decina di persone erano in attesa dell'inizio della presentazione.
Alla conferenza, tra pubblico a sedere - me compreso - e
persone in piedi ai margini della stanza, eravamo forse una settantina e
nonostante l'atmosfera intima, l'accoglienza data all'autore è stata
davvero calorosa.
La
presentazione è incominciata con la lettura dell'incipit del libro e con una analisi breve del testo. Oltre a
Paul e al suo traduttore simultaneo Thomas Fazi,
presenziavano la traduttrice del libro Silvia Castoldi, Fabio Deotto
e Lara Ricci i quali oltre a presentare il libro e a coordinare l'evento, hanno dato vita ad un vero e proprio dibattito molto
interessante su cosa significasse per lo scrittore essere nero in un'America governata da Trump.
Lo
scrittore ha risposto ampiamente alle domande dei due presentatori,
spesso prolungandosi a raccontarci situazioni vissute nell'arco della sua vita. Dall'affermazione “ci sono
troppi messicani” di un suo amico messicano e del significato
dietro a questo, a quando, l'autore ricorda, da giovane doveva andare
a trovare la sua ragazza in un altro quartiere e la polizia glielo
vietò in quanto i due quartieri erano capitanati da bande rivali.
A
Paul Beatty interessa raccontare soprattutto di quei segmenti di California rurale
che persino molti californiani non conoscono, dove la pastorizia e
l'agricoltura sono ancora i capisaldi dell'economia del luogo e la gente è solita spostarsi a cavallo.
La
presentazione de “lo schiavista” si conclude con la lettura da
parte della traduttrice di un pezzo delle ultime pagine del libro
alquanto utile a comprendere lo stile utilizzato dello scrittore.
“Seduto
qui sugli scalini d’ingresso della Corte Suprema, a fumare erba
sotto il motto «UGUAGLIANZA DI FRONTE ALLA LEGGE», fissando le
stelle, ho finalmente capito cosa c’è che non va in Washington
D.C. È che tutti gli edifici sono più o meno della stessa altezza,
e non esiste nessuna skyline a eccezione del monumento a Washington,
che tocca il cielo notturno come un gigantesco dito medio mostrato al
mondo.”
A
evento terminato Paul Beatty si è prestato a parlare con i
presenti, rispondere a domande, fare foto e firmare i libri,
rivelandosi così non
solo un grande scrittore ma anche una persona cortese e alla mano.
Clicca QUI per leggere l'incipit del libro
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