martedì 22 novembre 2016

I HAVE NO DREAM – Paul Beatty alla Triennale di Milano

I HAVE NO DREAM – Paul Beatty a Milano

Domenica 20/11 ho partecipato alla presentazione de “Lo schiavista” dello scrittore americano Paul Beatty edito da Fazi.

Ecco un breve time-lapse della mia giornata:

Reduce da una mattinata di viaggio su un vecchio treno dai sedili sgualciti che sussultava in continuazione, arrivare a Milano per me è stato un enorme sollievo. La Triennale quel giorno – come per tutta la durata dell'iniziativa Milano Book City 2016 – era piena di gente. Dopo un pasto “alla milanese” fatto a cavallo delle 14:00, sono andato nella Saletta Lab, dove già una decina di persone erano in attesa dell'inizio della presentazione.

Alla conferenza, tra pubblico a sedere - me compreso - e persone in piedi ai margini della stanza, eravamo forse una settantina e nonostante l'atmosfera intima, l'accoglienza data all'autore è stata davvero calorosa.
La presentazione è incominciata con la lettura dell'incipit del libro e con una analisi breve del testo. Oltre a Paul e al suo traduttore simultaneo Thomas Fazi, presenziavano la traduttrice del libro Silvia Castoldi, Fabio Deotto e Lara Ricci i quali oltre a presentare il libro e a coordinare l'evento, hanno dato vita ad un vero e proprio dibattito molto interessante su cosa significasse per lo scrittore essere nero in un'America governata da Trump.
Lo scrittore ha risposto ampiamente alle domande dei due presentatori, spesso prolungandosi a raccontarci situazioni vissute nell'arco della sua vita. Dall'affermazione “ci sono troppi messicani” di un suo amico messicano e del significato dietro a questo, a quando, l'autore ricorda, da giovane doveva andare a trovare la sua ragazza in un altro quartiere e la polizia glielo vietò in quanto i due quartieri erano capitanati da bande rivali.

A Paul Beatty interessa raccontare soprattutto di quei segmenti di California rurale che persino molti californiani non conoscono, dove la pastorizia e l'agricoltura sono ancora i capisaldi dell'economia del luogo e la gente è solita spostarsi a cavallo.

La presentazione de “lo schiavista” si conclude con la lettura da parte della traduttrice di un pezzo delle ultime pagine del libro alquanto utile a comprendere lo stile utilizzato dello scrittore.

Seduto qui sugli scalini d’ingresso della Corte Suprema, a fumare erba sotto il motto «UGUAGLIANZA DI FRONTE ALLA LEGGE», fissando le stelle, ho finalmente capito cosa c’è che non va in Washington D.C. È che tutti gli edifici sono più o meno della stessa altezza, e non esiste nessuna skyline a eccezione del monumento a Washington, che tocca il cielo notturno come un gigantesco dito medio mostrato al mondo.”

A evento terminato Paul Beatty si è prestato a parlare con i presenti, rispondere a domande, fare foto e firmare i libri, rivelandosi così non solo un grande scrittore ma anche una persona cortese e alla mano. 


Clicca QUI per leggere l'incipit del libro 

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