IL GRANDE GATSBY

Negli
anni in cui ero più giovane e vulnerabile mio padre mi diede un
consiglio che da allora non ha mai smesso di agitarsi nella mia
mente. Ogni volta che ti viene voglia di criticare qualcuno,”mi
disse,“ ricorda che non tutti al mondo hanno avuto i vantaggi che
hai avuto tu.”
Non
disse altro, ma noi siamo sempre stati insolitamente comunicativi
sebbene con riserbo, e perciò capii che intendeva dire molto di più.
Di conseguenza tendo ad astenermi dal giudicare, un’abitudine che
ha portato molte indoli curiose ad aprirsi con me e che mi ha reso
vittima di non pochi inveterati seccatori.

Sicuramente Il Grande Gatsby è uno dei miei romanzi preferiti. Fitzgerald è un mago a descrivere i suoi personaggi e gli ambienti che fanno da sfondo alla storia. Stiamo parlando di una storia semplice, non troppo contorta ma allo stesso tempo geniale. Il tema universale, trattato in mondo egregio nel romanzo, è l’amore incondizionato per un’altra persona, ma si possono riconoscere altrettanti contenuti. Per esempio lo scrittore si sofferma più volte a descrivere l’epoca in cui il romanzo si svolge, lo stile di vita sfarzoso e alcune volte esagerato dei personaggi. I tradimenti, i difetti e i pregi di questi, vogliono essere a mio modesto parere una denuncia alla società dell’epoca. Il finale è spettacolare e denso di significato. Lo stesso Jay Gatsby che organizzava feste di successo è lo stesso che muore solo, con accanto soltanto suo padre e il suo grande amico Nick Carraway.
Da quest’opera sono state
tratte diverse rappresentazioni. Tra queste vi consiglio gli omonimi
film del 1974 e del 2013. Il primo diretto da Jack Clayton con Mia
Farrow, Robert Redfort e Scott Wilson; il secondo diretto da Baz
Luhrmann con Leonardo DiCaprio, Carey
Mulligan e Toby McGuire.
Libro assolutamente da leggere,
Parola di lettore.