HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL’EREDE di J. K. Rowling.
J. K.
Rowling è una scrittrice inglese nata il 31 luglio 1965 a Yate. Conosciuta
principalmente per aver creato il magico mondo di Harry Potter, è una delle
scrittrici più influenti dell’ultimo decennio. Oltre ad i sette libri della
saga del mago, è anche autrice de Il seggio vacante e della trilogia di
gialli (Il richiamo del cuculo, il baco da seta, la via del male) scritta con
lo pseudonimo Robert Galbraith. La saga di Harry Potter è pubblicata in Italia
dal 1998 da Salani Editore, e oltre i sette libri – La pietra filosofale, La
camera dei segreti, Il prigioniero di Azkaban, Il calice di fuoco, L’ordine
della fenice, Il principe mezzosangue, I doni della morte – sono stati
pubblicati anche i tre volumi della biblioteca di Hogwarts: il quidditch
attraverso i secoli, Gli animali fantastici: dove trovarli e Le fiabe di Beda
il Bardo. Nel 2016 viene annunciato lo spettacolo teatrale di Harry Potter and
the Cursed Child, di cui recentemente è stato pubblicato il copione in forma
cartacea. Questo non è direttamente opera della scrittrice bensì un adattamento
teatrale ricavato seguendo le linee guida di una sua bozza. Harry Potter e la
maledizione dell’erede è un libro successivo alla saga, tratta di una vicenda
avvenuta diciannove anni dopo I doni della morte, e vede protagonisti
Albus Potter e Scorpius Malfoy.
“Quando gli altri saranno risparmiati, quando il tempo sarà
girato, quando figli non visti uccideranno i padri: allora tornerà il Signore
Oscuro.”
Albus
Potter e Scorpius Malfoy si incontrano sul treno diretto ad Hogwarts e
stringono una profonda amicizia. Nonostante i loro genitori non siano mai stati
amici, il fatto di essere legati a nomi conosciuti e importanti, crea una sorta
di empatia tra i due. Albus ad Hogwarts non si trova affatto bene. Non ha molti
amici, è impopolare, e come se tutto questo non bastasse è anche negato con la
magia. Come l'amico, Scorpius, ha anche lui un carico notevole sulle spalle.
Infatti dalla sua nascita si dice che sia in realtà il figlio di Voldemort, e
questo fa si che tutti maghi lo evitino. Un anno dopo, durante una nottata
insonne passata a rigirarsi nel letto di camera sua, Albus sente Harry parlare
animatamente con Amos Diggory, il padre di Cedric. Si è
venuto a sapere che il Ministero della magia dispone di una Giratempo, e Amos
pretende che Harry torni indietro a salvare il figlio. Albus capisce che
il padre ha le mani legate, e assieme a Scorpius, decide di andare a trovare il
signor Diggory. Nella casa di riposo in cui vive, incontrano Delphi, una
ragazza che fa da assistente all’uomo, dalla quale Albus si sente subito
attratto. I tre, dopo aver convinto Amos di essere in grado di salvare Cedric,
riescono ad entrare al Ministero della Magia e a rubare la Giratempo. Mentre i
ragazzi compiono vari viaggi temporali in cui rischiano la pelle e combinano un
guaio dopo l’altro nel tentativo di salvare Cedric, i loro genitori, con
l’aiuto di Ron, Hermione e della loro ex professoressa McGonagall (ormai
divenuta preside), cercano di capire dove sono scappati. Nel contempo si viene
a sapere che il mondo dei maghi è in pericolo, ed è una profezia ad annunciare
l’imminente ritorno di Voldemort. Così ancora una volta, Harry Potter e i suoi
amici dovranno combattere la magia oscura in una serie di viaggi temporali che
lo riporteranno alla notte in cui Voldemort ha assassinato i suoi genitori.
Prenotato
online quasi un mese prima dell’uscita in libreria attirato dal riscontro
mediatico che stava suscitando, Harry Potter e la maledizione dell’erede aveva
attirato la mia attenzione più di quanto pensassi. Appena ho avuto la
possibilità di leggerlo, non sono riuscito a staccarmene facilmente. È un libro
molto scorrevole, si legge in pochissimo tempo, e nonostante mi abbia preso dal
primo atto, è terribilmente pieno di difetti. La trama, tanto per cominciare, non è
assolutamente al livello dei libri precedenti, e riguardo a questo, trovo che
la Rowling abbia fatto un errore ponendo questo libro a seguito degli altri. Ci
sono imperfezioni, forse troppe. La più evidente, almeno per quanto mi
riguarda, è la fallimentare caratterizzazione di alcuni personaggi, tra i quali
Ron e Silente. Il primo l’avevamo visto crescere e col tempo diventare più
maturo e adulto, eppure in questo capitolo viene descritto come tonto. Silente,
che qui appare in pochissime scene, sembra una cattiva imitazione del
personaggio al quale la scrittrice ci aveva abituati. Dialoghi scialbi, di poche
parole e privi di significato. Ci vengono presentati personaggi che avrebbero
potuto avere un ruolo più rilevante ma che invece dopo le prime pagine non compaiono
più. Parlo di James e Hugo, i fratelli di Albus Severus, che sono stati
completamente inutili se non per riempire i primi dialoghi. È un peccato,
perché se fosse stato sviluppato con più di cura, questo libro avrebbe potuto
essere un degno successore della saga. Sembra
quasi che Harry Potter e la maledizione dell'erede sia stato fatto in fretta e
furia senza troppe pretese per accontentare il prima possibile i lettori più
fedeli. Mi viene da pensare che forse se avessimo aspettato qualche altro mese,
ora avremmo potuto stringere tra le mani un prodotto migliore, con una storia
ben costruita, e con meno parti prevedibili (Si capisce la vera identità di
Delphi già a metà libro). Nonostante tutto, trovo che questo sia un libro più
che godibile se lo si prende per quello che è. Fa sempre piacere tornare,
seppur per poche pagine, nel mondo dei maghi, e fa ancora più piacere rivedere
il professor Piton. Il rapporto tra Draco e gli altri, con il timore di perdere
i propri figli, sembra aprire una breccia sul gruppo, avvicinandoli, seppur di
poco, come mai era successo prima. Sarà forse la nascita di un’amicizia? Per
ora non c’è modo di saperlo, e probabilmente non lo sapremo mai. Ho apprezzato
i viaggi temporali dei ragazzi e le scene di magia, che non vedo l'ora di veder
rappresentate nello spettacolo teatrale. Trovo prive di senso le critiche
dovute al fatto che non ci siano i pensieri dei personaggi o le descrizioni del
luoghi. È un copione, e come tale, deve essere solamente una linea guida allo
spettacolo. Se abbiamo letto gli altri libri, non è difficile mettere un po’
della nostra immaginazione; dopotutto stiamo parlando di Harry Potter, cosa
sarebbe altrimenti senza la nostra fantasia?
A prescindere che
sia riuscito o meno, secondo me l'intento di questo libro era divertire, facendoci incontrare nuovamente i personaggi che avevamo visto
crescere nella saga. Non è un capolavoro e non
mi sento di consigliarlo, ma è comunque una lettura per staccare da qualcosa di
pesante. Se vi va, leggetelo, anche solo per farvi una vostra opinione davanti
a tutti i pareri discordanti che stanno dilagando in rete da diversi mesi.
Parola
di lettore.
PS.
dove diavolo è finito il nostro amato Rubeus Hagrid?
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