Vi
consiglio un libro:
ROSEMARY’S
BABY di Ira Levin.
Ira
Levin è uno scrittore newyorchese classe ‘29. Oltre ad aver
scritto un discreto numero di romanzi, ha anche contribuito alla
scena teatrale e a quella televisiva scrivendo diverse sceneggiature.
Rosemary’s
Baby è sicuramente il suo romanzo più famoso; è stato
pubblicato per la prima volta in Italia nel 1969 da Garzanti e oggi
lo troviamo in libreria riproposto da SUR con la traduzione dello
scrittore Attilio Veraldi. Ha un seguito uscito in America nel 1997
intitolato Son of Rosemary che purtroppo non è mai stato
tradotto in italiano. Nel 2003, quattro anni prima della sua morte,
Ira Levin ha ricevuto l’importante Mystery Writers of America, un facoltoso riconoscimento ai grandi autori di gialli, thriller e horror.
Giusto
per citarne alcuni: Agatha Christie, Stephen King, Alfred Hitchcock e
George Simenon.
“Lei
aprì gli occhi e vide due occhi gialli, ardenti, avvertì odore di
zolfo e di radice di tannis, sentì un alito umido sulle sue labbra,
udì i grugniti di piacere e di desiderio e l’ansimare degli
spettatori.
Non
è un sogno, pensò. Sta succedendo veramente. La protesta le sorse
negli occhi e nella gola, ma qualcosa le coprì il viso, soffocandola
in un dolce tanfo.”
Nonostante
l’amico Hutch glielo avesse sconsigliato, Rosemary e Guy decidono
di trasferirsi al Branford, un palazzo di origini vittoriane che deve
la sua fama alla moltitudine di omicidi e suicidi che vi si sono
compiuti all’interno. È l’appartamento dei loro sogni, dove
possono convivere felicemente e dove
finalmente il desiderio di Rose di avere tre figli potrebbe
avverarsi. Appena arrivata Rose conosce Terry, una ragazza che si
suicida poco dopo.
Alla
luce di questo spiacevole evento, la sera seguente i vicini li invitano a
cena. Minnie e Roman, che ospitavano la ragazza, sono una
coppia anziana gentile quanto ficcanaso che
inevitabilmente finisce per diventare parte attiva della loro vita
privata. Nel periodo seguente sembra che la loro presenza e la loro
amicizia renda la vita di Rose e Guy più facile. La carriera da
attore di lui sembra avere una svolta superlativa, vivono nella casa
dei loro sogni, e in più Rosemary scopre di essere incinta. Tutto
sembra andare per il meglio, fino a quando nota una
serie di fatti, forse coincidenze, che le fanno mettere sotto
una diversa luce le parole che il vecchio Hutch le aveva dispensato e
che all'improvviso le appaiono mostruose quanto veritiere.
Romanzo
più celebre dell’autore, Rosemary’s baby è un chiaro
esempio di come alcune opere provenienti da un’altra epoca
riescono ancora oggi a sorprendere e ad emozionare i lettori. In
questo caso la storia si svolge quasi esclusivamente all’interno
del palazzo e non sono tanto le descrizioni dell’autore a rendere
il romanzo più realistico, quanto i numerosi dialoghi. Le sensazioni,
i personaggi e i loro sentimenti, vengono descritti
indirettamente con una tale maestria da far immedesimare
completamente il lettore. Durante la storia quindi ci si ritroverà a
temere il peggio per Guy e Rose, a voler sapere qualcosa di più sui loro
vicini, e a credere che tutto quello che succede non siano in realtà
solo coincidenze ma i tanti piccoli pezzi di un terribile piano.
Gli elementi che lo scrittore evoca fanno sembrare il tutto
realistico, facendo dimenticare di stare leggendo una storia
inventata.
Credo
che la protagonista abbia saputo fin dall’inizio come stavano le
cose, le quali essendo incredibili e irrazionali
si rifiutava di accettare. Se solo avesse dato ascolto fin da
subito ai pensieri più profondi e se solo avesse collegato e
accettato l’inaccettabile, forse le cose sarebbero andate in un modo
diverso. E questo è un chiaro esempio di come a volte la realtà
superi la fantasia.
Rosemary’s
baby è un romanzo attuale, con una storia che potrebbe benissimo
essere ambientata ai giorni nostri e farci comunque emozionare. È
stato uno dei pochi romanzi horror che abbia mai letto a farmi venire
i brividi. Il nome di Ira Levin viene spesso accostato al nome di
Stephen King, il quale a sua volta lo cita diverse volte nel suo
Danse Macabre, un saggio sulla letteratura horror. Tuttavia,
King è un autore con un ampio repertorio di opere dalle tematiche
crude e thriller (anche se spesso vengono accostate a bellissime
storie d’amore) famoso per essere uno degli scrittori più
prolifici al mondo. La sua scrittura è piena di dettagli, ed è
questo che lo caratterizza. Ira Levin, al contrario, riduce le
descrizioni al minimo indispensabile, e lascia che a parlare siano i personaggi della storia.
Nel
1968 ne è stato tratto un adattamento cinematografico diretto dal
polacco Roman Polanski accolto fin da subito come una delle opere
migliori del regista e che divenne in breve tempo un cult del cinema.
Nelle vesti dei due sposi troviamo Mia Farrow (Il grande Gatsby,
Un assassinio sul Nilo) e John Cassavetes (Notte
di terrore, Facce senza Dio e Fury).
Un
paio di anni fa è uscita una miniserie con Zoe Saldana e Jason
Isaacs che narra la storia scritta da Ira Levin in un contesto
parigino. È composta di soli due episodi e oggi è possibile
trovarla su Netflix.
Parola
di lettore.