mercoledì 1 maggio 2019

Una scrittrice da tenere d'occhio e la sua «Isola».


L’incipit:
Volge le spalle agli alberi bassi del bosco artificiale e guarda giù dalla montagna, verso il villaggio, che è azzurro nella notte d’agosto, e le pecore, simili a pietre nell’erba mossa dal vento. Più in là dorme il mare.


Là dove dorme il mare comincia Isola, l’esordio letterario della scrittrice danese Siri Ranva Hjelm Jacobsen, classe 1980, pubblicato dalla casa editrice Iperborea con la traduzione di Maria Valeria D’Avino.

La voce narrante di questa delicata storia familiare è una ragazza di origini faroesi decisa a viaggiare nel luogo che sente più vicino a sé. Molla allora la sua agiata vita e raggiunge una delle minuscole isole che compongono l’arcipelago delle Fær Øer; lì si ritrova in un mondo isolato e difficile, dove l’acqua nera dell’oceano è tanto violenta da corrodere a vista d’occhio le scogliere a strapiombo, e dove il vento, onnipresente, pare in grado di sradicare dal suolo ogni tipo di costruzione.
È in questo scenario suggestivo che trapelano i ricordi e i fantasmi delle relazioni strette dalla sua famiglia: amori celati, amicizie, conflitti; legami così saldi da spingere una giovane donna a definire casa un luogo di cui ha sempre e solo sentito raccontare. In questo mondo si intrecciano le vicende che compongono le vite di Ragnar il Rosso, zia Beate, nonno Fritz e nonna Marita, delle generazioni precedenti a quella della protagonista, in una saga familiare che vede il suo susseguirsi in anni tesi e complessi come quelli del secondo conflitto mondiale e della successiva guerra fredda.

Isola è un romanzo scritto in una prosa essenziale, dolce e poetica: in un susseguirsi di sensazioni, dialoghi e descrizioni, la scrittrice modella un universo che sembra essere avvolto da un velo di nebbia, senza però risultare pomposa e tanto meno di difficile lettura.

Parola di lettore.

domenica 26 novembre 2017

Black Jack di Peter Water

Peter Water è uno scrittore italiano nato a Como nel 1984.

Black Jack, il suo romanzo d’esordio, è pubblicato da Mincione Edizioni e conta circa 170 pagine. La versione cartacea ha un prezzo di copertina di 13€; la versione digitale, disponibile sul sito dell'editore, costa 6,99€.

Sicché Sylvia cresceva cullando insieme i suoi sogni gemelli, la palla bianca dell’impasto e quella della pallavolo. Sogni che potevano essere giudicati con disprezzo infantili da chi aveva infranto da troppo tempo i propri, ma in realtà altro non erano che declinazioni, neanche troppo strambe, del sogno irrealizzabile e infantile di chiunque, quello di fare l’astronauta e atterrare su un pianeta felice.

In un mondo in cui i telefoni sono considerati pericolosi quanto le armi e le cabine telefoniche sono tornate in auge, NY si tinge di rosso. Dopo una serie di cruenti omicidi, è compito dell’agente dell’Ordine Jack, porre fine a questo inspiegabile domino di morte.

Black Jack nasce come un libro crime che ha l’intento di evolversi in qualcosa di più.
Il protagonista del romanzo, (Black) Jack, ha tutte le qualità riconducibili al classico investigatore rude e pieno di difetti. Esso opera in un mondo  che è distopico ma allo stesso tempo simile al nostro, vicino a noi, reale.

La storia in sé è valida e ti prende sino dalle prime righe.
Nel corso del romanzo il protagonista si evolve assieme al narratore e al lettore: ci si ritroverà a sospettare di chiunque, a porsi domande a cui solamente Jack (o lo scrittore) potrebbe rispondere, a partecipare attivamente al la storia accompagnati dal cinismo della voce narrante.

La storia è intrigante e dinamica, mi è piaciuta. Tuttavia trovo che lo scopo del libro sia raggiunto soltanto parzialmente. Il dinamismo è quasi eccessivo, e la penna dello scrittore a mio parere è troppo elaborata in un contesto tale: trovo che non si sposi bene con il romanzo, a volte rendendosi persino ostica nei confronti della storia.

Parola di lettore.

lunedì 20 novembre 2017

La pioggia deve cadere di Karl Ove Knausgård

Karl Ove Knausgård è uno scrittore norvegese nato a Oslo nel 1968. L'opera più importante che ha scritto è La mia lotta (Min kampf in norvegese), esalogia autobiografica nella quale l’autore si mette a nudo.
Nei paesi anglofoni è in corso di pubblicazione una quadrilogia dedicata alle stagioni: Autumn (recensione), Winter, Spring e Summer.

In Italia i primi cinque volumi de La mia lotta sono editi dalla casa editrice Feltrinelli con la traduzione di Margherita Podestà Heir.
Troviamo:
La morte del padre (recensione)
Un uomo innamorato(recensione)
L’isola dell’infanzia(recensione)
Ballando al buio(recensione)
La pioggia deve cadere

La pioggia deve cadere è disponibile nella collana I Narratori di Feltrinelli Editore, conta 656 pagine e ha un prezzo di copertina di 22,00 euro. L’edizione digitale per Kindle, invece, ne costa 12,99.

In questo capitolo è raccontato il soggiorno dell’autore a Bergen. Tornato da un viaggio in Europa che lo ha visto lontano da casa per diverso tempo, Karl Ove, allora diciannovenne, si trasferisce a Bergen per frequentare un corso di scrittura creativa diretto da Jon Fosse e Ragnar Hovland.
Le cose non vanno come aveva sperato: man mano che vede sfumare il sogno di diventare uno scrittore famoso e andare in pezzi la sua vita sociale, incomincia a sentirsi sempre meno soddisfatto, cerca quindi rifugio nell’alcool.

Trovo che il titolo di questo volume sia una fantastica analogia a tutti gli elementi del romanzo. In una città in cui piove sempre e che sembra trovare posto per chiunque, Knausgård non si trova a suo agio.
Scopre che nulla è come se lo aspettava: la sua vita amorosa è un disastro, i suoi scritti non ricevono il riscontro desiderato e si convince di essere l’ombra del fratello Yngve. 

Finisce per avere la nausea di tutto quello che fa, delle persone che frequenta, isolandosi sempre più in se stesso e dedicando tutto il suo tempo alla band instabile nella quale suona la batteria.

La pioggia deve cadere, a mio parere, rappresenta i giorni che passano, la vita che scorre cieca indipendentemente a quel che si vuole e che si prova. 

Questo volume è sicuramente uno dei più belli dell'esalogia.

Consigliato, 

Parola di lettore.

domenica 5 novembre 2017

Il museo dei pesci morti di Charles D’Ambrosio

Charles D’Ambrosio è uno scrittore americano nato nel 1958 a Seattle, nello stato di Washington. Le sue tre raccolte di racconti sono pubblicate dalla casa editrice italiana Minimum Fax: dal suo volume d’esordio Il suo vero nome, pubblicato nel 2014, l’autore ha pubblicato Il museo dei pesci morti(2014) e Perdersi(2016), volume uscito in libreria solamente lo scorso novembre.

Il museo dei pesci morti è la seconda raccolta di racconti di Charles D’Ambrosio. Pubblicata nel 2006 con il titolo originale The Dead Fish Museum, arriva in Italia nel settembre 2014 per la casa editrice Minimum Fax con la traduzione di Martina Testa. Conta 246 pagine e raccoglie otto racconti brevi già comparsi nelle riviste americane The New Yorker, A Public Space, Zoetrope: All-Story, in un arco di tempo compreso tra il 2003 e il 2006. 

In ordine:
Lo Spartiacque Alto
Drummond e Figlio
Sceneggiatore
Su al Nord
Lo schema generale delle cose
Il museo dei pesci morti
Preghiera
Il gioco delle ossa

Questi otto racconti sono completamente diversi tra loro, e l’unico elemento comune è il paesaggio nel quale i personaggi operano. Le storie si svolgono per lo più nel diorama di un’America povera e decadente, diversa da quella che quasi tutti i giorni vediamo in televisione; L’autore c’è nato e cresciuto, la conosce molto bene, e nelle sue storie la rappresenta con meticolosità quasi scientifica.
I personaggi appartengono alla classe sociale medio-bassa, sono per lo più persone comuni, con i propri problemi, spesso anche gravi.

D’Ambrosio è uno dei migliori scrittori contemporanei di racconti. Nelle storie contenute all’interno de Il museo dei pesci morti, modella frammenti di vita quotidiana trasformandoli in qualcosa di più, qualcosa di straordinario da cui il lettore non può fare a meno di sentirsi attratto: ci si ritroverà a provare empatia per Drummond e suo figlio, si conoscerà un falegname incaricato di costruire e poi distruggere il set di un film porno, o a sparare alle bottiglie di latte con i protagonisti de Il gioco delle ossa.
Una delle mie raccolte di racconti preferite.

Consigliato, 

Parola di lettore.

giovedì 28 settembre 2017

Il blues del ragazzo bianco di Paul Beatty

Paul Beatty è uno scrittore americano nato a Los Angeles nel 1962.
La sua brillante prosa, differente da quella degli altri scrittori contemporanei, è ciò che lo rende speciale. Colma di uno spiccato senso dell'umorismo e di una pungente satira, è ben presto divenuta il marchio di fabbrica dello scrittore.

Nella sua carriera, oltre a due raccolte di poesie(Big bank take Little bank e Joker, Joker, Deuce), Paul Beatty ha pubblicato quattro romanzi. Per conto della casa editrice Fazi, troviamo Slumberland, Lo schiavista e Il blues del ragazzo bianco, pubblicato inizialmente nel 1997 dalla casa editrice Baldini&Castoldi. Il suo secondo romanzo Tuff e la sua banda è edito in Italia dalla Mondadori ma penso che ormai sia fuori catalogo.

La nuova edizione de Il blues del ragazzo bianco è edita da Fazi e presenta la traduzione di Nicoletta Vallorani. Ho avuto l'occasione di leggere questo romanzo in anteprima, e considerato che esce in tutte le librerie d'Italia proprio oggi, quale giorno migliore per parlarvene?

Prima di andare a letto, ci lavavamo i denti nel piccolissimo bagno. Notavo sempre che David metteva il dentifricio sullo spazzolino prima di passarlo sotto l'acqua fredda. Io, come la maggior parte della gente, ero abituato a bagnare lo spazzolino prima di metterci il dentifricio, però alla fine imitavo David perché lui era bianco e secondo me ero io che sbagliavo.

Gunnar Kaufman lascia la spensierata vita di Santa Monica per addentrarsi nella giungla di Los Angeles. A Hillside, ghetto nero di una città ormai divisa tra neri e latinos, una sola occhiata sbagliata può ridurti in poltiglia e il semplice fatto di portare un particolare paio di scarpe, può procurarti un biglietto per l'obitorio.
Gunnar impara a non fidarsi di nessuno, proprio nessuno, neanche del padre poliziotto. Cresce, e il bambino che veniva pestato quotidianamente, conosce Psycho Loco, uno spietato delinquente che tutti temono. In poco tempo la sua visione del mondo si altera e il ragazzo incomincia a frequentare una banda. In questa situazione di continuo agio-disagio, trascorre gli anni migliori della sua vita tra poesia, pallacanestro e gang, finendo per diventare involontariamente il martire-messia di tutta Hillside.


Strisciai alle spalle dei piangenti distrutti. «Buuhh». Fecero un salto terrorizzato, felici di vedermi vivo e scocciati che non fossi morto.
Nonostante Il blues del ragazzo bianco sia il primo romanzo di Paul Beatty, sin dalle prime parole è possibile riconoscere una prosa non acerba, quasi poetica, probabilmente lascito del suo esordio come poeta e non come romanziere. La sua voglia di cimentarsi in qualcosa di nuovo e la necessità di esprimersi in un'opera più prolissa e intricata delle poesie, rivelano storie improbabili e una prosa frizzante, comica ma allo stesso tempo tragica, che diventerà col tempo il suo marchio di fabbrica. Ci si soffermi su alcuni dei personaggi del romanzo: da Gunnar, che ottiene un successo inaspettato come giocatore di Basket senza esserne davvero appassionato, a Nicholas, che nel corso di tutta la storia, gattona inseguendo la sua insicurezza cronica. La voglia (o la necessità) di creare personaggi dai tratti marcati, decisi, ognuno dei quali con i propri problemi e le proprie diversità ma allo stesso tutti simili, fanno di Paul Beatty uno scrittore eccezionale. Avendo letto Lo schiavista prima de Il blues del ragazzo bianco, non ho potuto fare a meno di paragonare i due romanzi, concettualmente simili ma allo stesso tempo molto lontani l'uno dall'altro. All'interno della sua prosa è possibile riconoscere la sua particolare satira e il suo spiccato cinismo già radicati profondamente fin dal primo romanzo, elementi che lo scrittore manterrà anche ne Lo schiavista.

Consigliato, 
Parola di lettore.

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domenica 24 settembre 2017

Autumn (Autunno) di Karl Ove Knausgaard

Foto del The New Yorker
Karl Ove Knausgård è uno scrittore norvegese nato a Oslo nel 1968. Ha studiato all’università di Bergen e ad oggi vive assieme a sua moglie Linda e i suoi quattro figli nella parte meridionale della Svezia. Lo scrittore raggiunge il culmine del successo con la pubblicazione de "La mia lotta", un’esalogia autobiografica in cui si mette completamente a nudo (sul blog potete trovare la recensione dei primi quattro volumi: La morte del padre, Un uomo innamorato, L’isola dell’infanzia e Ballando al buio). 

Negli ultimi anni ha scritto quattro romanzi ispirati alle stagioni, tutti ancora inediti in Italia.

Dal titolo originale Om høsten, Autumn (autunno), è il primo volume della quadrilogia ed è disponibile in lingua inglese edito dalla casa editrice Penguin Random House in cartonato e in formato digitale. Benché ad oggi sia l’unico della serie ad essere pubblicato, su internet è già possibile preordinare Winter (inverno), che uscirà il 23 gennaio 2018.

Il volume è diviso in tre macro capitoli, ognuno dei quali preceduto da una lettera scritta dall’autore alla figlia non ancora nata. Questi libri, infatti, vogliono raccogliere definizioni, dogmi e descrizioni del mondo che la circonderanno una volta nata, un piccolo manuale di sopravvivenza che Karl Ove le dedica per conoscere la natura, l'uomo e le emozioni.

A mio parere Karl Ove Knausgård come scrittore è ancora come un vasto oceano che il pubblico deve ancora scoprire. La sua "lotta" sicuramente è una delle opere più complesse e innovative degli ultimi anni, ma come scrittore in sé ho l'impressione che non si sia ancora mostrato in tutto e per tutto. 
I primi suoi due scritti in assoluto, non sono ancora stati pubblicati in Italia, e persino nei paesi anglofoni non sono molto famosi, tant'è che solamente A time for everything è disponibile. Del primissimo Ute Av verden, invece, neanche una traccia. 
Emozionato dalla possibilità di leggere uno Knausgård meno autobiografico e più fantasioso, inizialmente mi sono approcciato con una tale spinta che mi ha reso la lettura difficile, se non deludente. Dopo aver letto le prime pagine mi sono abituato al formato che per me rappresentava una novità, e solamente da quel momento in avanti sono stato in grado di cogliere ogni sfumatura, ogni parola, e dare all'opera il giusto peso. Solo dopo aver letto la prima parte della toccante lettera alla figlia non ancora nata ho davvero compreso quello che avevo davanti.

Autumn, pur essendo privo di una vera e propria trama, è di un'intensità inaudita; dalle sue duecentoquaranta pagine (circa) il lettore coglierà le sfumature e i caratteri presenti in forma più diluita nella precedente esalogia. È una lettura che nella sua semplicità è una delle più commoventi e travolgenti che io abbia mai affrontato. Dà la possibilità di vedere l'aspetto più paterno di Knausgård, un aspetto mai affrontato nella sua lotta se non in minima parte nel volume Un uomo innamorato.
Non è una lettura facile, bisogna capirla e affrontarla per quello che è, una sorta di biglietto di benvenuto alla figlia non ancora nata. 

Parola di lettore.


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giovedì 21 settembre 2017

A volte ritornano di Stephen King

È il 1978, e in America viene pubblicato A volte ritornano.

È la prima raccolta di racconti di uno degli scrittori più produttivi di sempre, Stephen King. 

Stephen King è uno scrittore nato nel 1947 a Portland, nel Maine. Oltre ad essere definito il re dell’orrore, ha alle spalle una lunga e facoltosa carriera che gli ha permesso di collaborare con artisti del calibro di Stanley Kubrick e Brian De Palma. 
Nel 2014, riceve dal presidente degli Stati Uniti d’America la National Medal of Arts per il suo contributo alla letteratura americana.
In Italia la maggior parte dei suoi lavori sono pubblicati dalla casa editrice Sperling&Kupfer e il traduttore delle sue ultime opere è Giovanni Arduino.

Edita per la prima volta nel 1978 con il titolo originale Night Shift, questa raccolta arrivò in Italia soltanto nel 1981 al seguito di Carrie , Le notti di Salem e Shining (pubblicato inizialmente come Una splendida festa di morte), romanzi che fecero ottenere allo scrittore un notevole successo anche oltreoceano.
Ad oggi A volte ritornano è un’opera pubblicata dalla casa editrice Bompiani esclusivamente in edizione tascabile (non esiste la versione digitale) con la traduzione di Hilia Brinis. Il suo prezzo di copertina è di undici euro.

Questa raccolta contiene i primi racconti dell’autore già apparsi in precedenza in alcune riviste americane in voga a quei tempi.

Ecco i titoli:

Jerusalem's Lot
Charles Boone e Calvin McCann si trasferiscono in una vecchia abitazione situata nei pressi di Chapelwaite. Ben presto Charles scoprirà che la casa, di proprietà di un suo cugino, è conosciuta in tutta la città per essere maledetta.

Secondo turno di notte
Un dipendente di uno stabilimento tessile viene arruolato dal suo odioso capo per sgombrare assieme ad altri suoi colleghi alcune stanze dello stabile ormai dimenticate da tempo. Quello che trovano, coglie loro completamente impreparati.

Risacca notturna
In un mondo post apocalittico, un gruppo di ragazzi si dice immune al virus che ha sterminato la maggior parte della popolazione mondiale. Quando tutto sembra esser andato per il peggio, alcuni di loro incominciano a soffrire dei sintomi del virus…

Io sono la porta
Di ritorno da una spedizione nello spazio, un astronauta scopre di essere infetto da una malattia che gli fa nascere occhi su tutta la superficie del corpo. Queste escrescenze, nate inizialmente sulle mani, non sono solo difficili da debellare, ma svolgono anche la funzione di “porta” verso il mondo che noi tutti conosciamo. 

Il compressore
In una lavanderia di una città americana come tante, un agente di polizia indaga su quello che sembra essere un compressore posseduto. Incredulo, si ritroverà a dover esorcizzare un demone.

Il Baubau
Un uomo racconta al suo psichiatra del Baubau, il mostro che secondo lui avrebbe ucciso i suoi figli. Il medico scoprirà a sue spese che il Baubau non è soltanto immaginazione, ma pura realtà. 

Materia grigia
Durante una furiosa nevicata, il figlio di Richie Grenadine entra in una locanda dove trova alcuni ex colleghi del padre ormai disabile. Per quella che sembra essere un’emergenza di poco conto, il padrone del locale e altri ex colleghi, vanno da Richie, che si mostrerà loro per quello che è ormai diventato.

Campo di battaglia
Renshaw torna nella sua stanza d’hotel e ad aspettarlo, trova un pacchetto misterioso contenente un G. I. Joe Vietnam Footlocker. Ad un tratto i soldatini prendono vita ed incominciano ad attaccarlo. Lui, stupito, reagisce come può.

Camion
Quando camion e autoarticolati prendono vita improvvisandosi spietate macchine di morte, un gruppo di sconosciuti si rifugia in una locanda sul ciglio dell’autostrada. 

A volte ritornano
Jim è un professore di liceo e nonostante siano passati diversi anni, ancora si rammarica di quello che era capitato a suo fratello quando un inaspettato confronto con alcuni bulli era sfociato in tragedia e suo fratello era rimasto ucciso. I bulli morirono in un incidente stradale poco dopo, facendo diventare lui l’unico superstite di quell'orribile giornata. 
Da un giorno all'altro, i suoi alunni incominciano a morire in circostanze molto strane; ben presto si accorge che i nuovi arrivati hanno visi inspiegabilmente simili ai bulli che lo avevano tormentato durante l’adolescenza.

Primavera da fragole
Prima edizione americana, Doubleday 1978
(foto presa da internet)
Il protagonista racconta di aver visto sui giornali il nome Springheel Jack per la prima volta dopo anni. Ricorda i suoi tempi al college soffermandosi sul periodo della primavera da fragole del 1968. Durante questa primavera “sbagliata”, una fitta nebbia divorò il college permettendo a Springheel Jack di mietere vittime. Davanti a un serial killer così freddo e spietato che non aveva mai lasciato tracce del suo passaggio se non i suoi cadaveri, il protagonista si domanda quale fosse il suo ruolo in tutto questo.

Il cornicione
Norris, intento a dare una bella lezione all’amante di sua moglie Marcia, scopre di aver davanti un crudele uomo grande appassionato di scommesse e dedito alla malavita. Questo, al posto di freddarlo sul momento, gli propone una sfida.

La falciatrice
A seguito di un brutta esperienza con un giovane giardiniere, Harold Parkette ingaggia la Pastoral Greenery and Outdoor Services Inc. Ad arrivare nel suo giardino è un uomo che fin da subito gli fa una buona impressione. A destabilizzare Harold, è la visione della falciatrice che muovendosi da sola, taglia il prato al posto del giardiniere. Questo, al seguito della falciatrice, gattona senza alcun vestito.

Quitters, Inc.
Il protagonista del racconto è un tale che vuole smettere di fumare. Un conoscente ex fumatore, gli consiglia la Quitters, Inc, una ditta per fumatori volenterosi di smettere, con una percentuale di successo che sfiora il 100%. Incuriosito e deciso a smettere immediatamente, decide quindi di prendere appuntamento negli uffici della ditta, dove un dottore gli esporrà i loro metodi “non convenzionali”. 

So di che cosa hai bisogno
Quando Ed Hamner parla per la prima volta a Elizabeth Rogan, lei non sa bene cosa aspettarsi. È incuriosita dal ragazzo che si è appena intrufolato all’interno della sua vita, spinta forse dalla faccia decisamente familiare. So di che cosa hai bisogno, le ripete ogni volta che si vedono, e infatti sembrerebbe aver ragione. 

I figli del grano
Una coppia attraversa in macchina le strade del Nebraska. Proprio nel bel mezzo di una litigata, l'auto investe un bambino; lo caricano, e dopo essersi consultati, decidono di portarlo alla prima stazione di polizia sulla loro strada. Arrivano fino ad un piccolo paesino in mezzo ai campi di grano che inizialmente sembra disabitato, ma che in seguito scoprono essere il rifugio di un gruppo di bambini devoti alla figura di “Colui che cammina dietro i filari”.

L'ultimo piolo
Nelle prime frasi del racconto si scopre che la sorella del narratore si è suicidata buttandosi da un palazzo molto alto. Il narratore, nonché protagonista, oppresso dai sentimenti contrastanti e dall'onnipresente rimorso, racconta di quando erano bambini e di come lui le aveva salvato la vita in un episodio simile. Il suo più grande rimorso è di non esserci riuscito una seconda volta. 

L'uomo che amava i fiori
Un giovane apparentemente innocuo cammina salutando i passanti per le strade di New York. Si ferma ad acquistare un mazzo di fiori per la sua ragazza. Le persone intorno a lui sono contagiate dal suo buon umore, quasi ammaliate. Un colpo di scena trasforma l'atmosfera felice di questo racconto in un teatro di violenza e follia.

Il bicchiere della staffa
Rinchiusi in un locale e separati dalla bufera solamente dalla porta, il protagonista del racconto beve e chiacchiera assieme all’amico Took. Ad un certo punto, a movimentare la serata è un uomo che entra nella locanda stremato. Questo, chiede loro di aiutarlo a salvare la moglie e la figlia bloccate con la macchina a qualche chilometro di distanza. Il turista sprovveduto, se inizialmente non capisce il perché i due indigeni abbiano così tanta paura di uscire, lo fa quando rivede il resto della sua famiglia…

La donna nella stanza
Il protagonista di questo racconto, assiste la madre nei suoi ultimi giorni di vita interrogandosi se porre fine o no ai suoi laceranti dolori.


Nonostante i racconti contenuti in questa raccolta non siano i primi che leggo di quest’autore, ammetto di essere rimasto piacevolmente sorpreso. Di Stephen King ho letto qualche raccolta ma principalmente romanzi, e devo ammettere che per quanto alcuni siano indimenticabili, in pochi ho trovato lo stesso mordente percepito in A volte ritornano.
Qui ovviamente l’autore utilizza uno stile narrativo diverso, adatto ai racconti e non ai romanzi, ma allo stesso tempo simile. Come un abile pasticcere, riesce a dosare le parole creando racconti brevi in grado si scalzare dal podio storie di diverse centinaia di pagine. Trova il giusto equilibrio tra il dolce e l’amaro, dosa il romanticismo e la violenza. 
Nonostante alcuni racconti siano molto corti e altri decisamente più lunghi, vi garantisco che vi affezionerete in ugual misura a tutti i personaggi. A Charles Bone e a Calvin McCann, a Renshaw e al Jim del racconto A volte ritornano; proverete sgomento davanti al ragazzo protagoniste de L’uomo che amava i fiori e tratterrete il respiro durante I figli del grano. L’intera raccolta vi farà provare le emozioni più disparate; amore e odio, paura e tristezza, e una dose davvero massiccia di inquietudine. 


In questa prima raccolta, Stephen King si dimostra un abile scrittore di racconti. In A volte ritornano troviamo tanti piccoli capolavori, tra tutti: L’uomo che amava i fiori, il figli del grano, il cornicione, primavera di fragole e l'omonimo racconto che da il titolo al volume.

Consigliato caldamente,

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domenica 10 settembre 2017

Atlante leggendario delle strade d'Islanda a cura dell'esperto in cultura e storia islandese Jón R. Hjálmarsson

L'atlante leggendario delle strade d'Islanda, è una raccolta di storie e leggende islandesi incentrate su persone, costruzioni e, nella maggior parte dei casi, luoghi. È un testo a cura di Jón R. Hjálmarsson e tradotto da Silvia Cosimini pubblicato a partire da giugno 2017 dalla casa editrice Iperborea. Conta circa duecentoventi pagine ed ha un prezzo di copertina di 16 euro. La versione digitale, invece, costa 9,99 euro.

In rete si trova poco o nulla riguardo della vita e la biografia dello storico curatore del volume. La quarta di copertina, in questo caso, mi è stata di grande aiuto. 
Foto del sito http://www.mbl.is

Nato nel 1922, dopo aver completato gli studi in storia all'università di Oslo, Jón R. Hjálmarsson è stato preside scolastico di alcune scuole nell'Islanda del sud. Nel 1983 è stato insignito della croce dell'Ordine del Falcone islandese.

L'atlante leggendario delle strade d'Islanda è un viaggio on the road che percorre tutta l'isola partendo dalla capitale Reykiavik fino ad arrivare nei meandri dell'entroterra. Durante questo percorso, il lettore incontrerà Troll e trollesse, demoni cattivi o dispettosi, donne e uomini coraggiosi, nel tipico scenario islandese. 
In quella terra isolata da tutto in cui vivere in passato era davvero durissimo, con la fantasia tutto era possibile. Il lettore si ritroverà ad assistere a duelli di rime tra demoni e persone, e poche pagine più avanti, ad assistere ad una lezione alla Sorbona di Parigi.

Una raccolta come questa riunisce leggende molto distanti dal nostro ordinario. Come per il volume Fiabe Islandesi, anche Atlante leggendario delle strade d'Islanda a mio avviso svolge un importante ruolo nel documentare usi e costumi di una nazione che per certi aspetti è ancora sconosciuta.
Leggendo queste storie di sera davanti alla luce fioca di una lampada, vi sembrerà tutto decisamente reale. Crederete di essere a più di tremila chilometri di distanza da casa vostra e di partecipare alle avventure di personaggi peculiari dalle qualità tutte da leggere, scoprire e amare.

Favolosa inoltre la mappa dell'isola nelle ultime pagine del libro. Eccovi un assaggio:





Consigliato, 
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martedì 5 settembre 2017

Maus di Art Spiegelman

Maus è una graphic-novel del fumettista statunitense Art Spiegelman inizialmente pubblicata in capitoli a partire dal 1973. In Italia è pubblicata da Einaudi nella collana Stile libero extra e conta circa trecento pagine.

Art Spiegelman è un fumettista statunitense nato a Stoccolma nel ‘48 e oggi residente a New York. In Maus racconta la triste storia del padre Vladek, che da polacco ebreo quale era, riuscì insieme alla moglie Anja a sopravvivere all’olocausto in ben due campi di concentramento, prima a Majdanek, poi ad Auschwitz.

In quest'opera l'autore parla dell'olocausto dal punto di vista del padre. In particolare si sofferma su come questa tragedia sia incominciata; dai primi censimenti immotivati alle tanto temute deportazioni che divisero Vladek e sua moglie per diversi mesi.
Nell’eterna lotta istintiva tra gatti e topi, Art Spiegelman rappresenta i primi come i tedeschi, con quello che sembrava il loro istinto primario di cacciare i topi, gli ebrei.

L’intera storia è intervallata da scene di vita quotidiana nelle quali l’autore assiste il padre nelle faccende domestiche. È dato particolare risalto al suo carattere talmente spigoloso da rendere difficile avere anche solo una semplice conversazione senza litigare.

Senz'altro la graphic-novel è un mezzo che vanta di attrarre lettori giovani che non leggerebbero mai una storia simile in un romanzo. Trovo che questo fattore sia uno dei punti di forza di questo formato, il fatto di poter arrivare al maggior numero di persone possibile, giovani e vecchi lettori, facendo sì che le informazioni possano giungere alle nuove generazioni affinché non venga dimenticato uno dei momenti più bui dell'intera umanità.

Penso che Maus sia una di quelle graphic-novel che offrono un aiuto e la considero un'ulteriore fonte di studio per comprendere ancora meglio quello che successe non troppi anni fa
È una storia vera e tristissima come tante di quel periodo; non dovrebbe essere un punto d'arrivo bensì il punto d'inizio per una più profonda riflessione sulla natura umana. 

Consigliato, 
Parola di lettore.